CCIA (Community currency in Action), traduzione di T. Criscione

Aspetti legali e giuridici dei sistemi di scambio comunitario in Europa

* Paragrafo 3 del quarto capitolo della guida People Powered Money tradotta  da Teodoro Criscione (associazione RETICS, Reti Comunitarie di Scambio). La guida People Powered Money è stata redatta nell’ambito del progetto Community Currency In Action ( http://ccia.eu ) che tra le altre cose ha portato alla creazione del Community Currency Knowledge Gateway ( http://community-currency.info ). I partners dell’iniziativa sono: Amsterdam East Municipality, Credit Municipal de Nantes, Lambeth Council, limburg.net, New Economics Foundation, QOIN, Spice, Wales Council for Voluntary Action.

I sistemi di scambio comunitario devono attenersi al sistema normativo del paese in cui operano. Questa sezione fornirà una panoramica generale sulle aree giuridiche più importanti da considerare quando si fa partire un circuito di scambio.

Tassazione

Le autorità fiscali competenti potrebbero considerare il sistema di scambio comunitario come un mezzo per eludere il fisco. E’ dunque necessario mitigare tali preoccupazioni dedicando molta attenzione all’impatto che il circuito avrebbe sulla ‘tassazione sulle vendite’, sulla ‘tassazione delle aziende’ e sulla tassazione del reddito’.

I circuiti che hanno degli obbiettivi prevalentemente sociali (es. time-banking, LETS), a causa della loro scala relativamente limitata in termini di bilanci individuali, opportunità di spesa e di guadagno, in generale hanno un basso rischio di essere sfruttati per eludere il fisco.

Nei closed-loop payment systems (sistemi di pagamento a circuito chiuso) e nei circuiti che adottano la valuta ufficiale come sottostante, comunque i rischi di evasione fiscale sono più alti a causa dei maggiori flussi monetari. In questo caso bisogna prendere delle precise misure affinché si ci assicuri che aziende ed individui siano perfettamente consapevoli dei loro obblighi normativi, in particolare riguardo alle modalità con cui le transazioni dovrebbero essere registrate secondo le autorità fiscali. Inoltre, l’entità operante deve capire le implicazioni fiscali delle proprie attività e capire come gestirle.

In generale, l’IVA dovrebbe essere applicata a tutte le transazioni riportate in mezzi di scambio comunitario in cui (1) l’attività avviene all’interno delle normali attività aziendali e (2) il mezzo di scambio comunitario è convertibile con la valuta ufficiale, sia con tasso di cambio fisso che variabile. Dunque questo implicherebbe che tutte le transazioni tra individui o che utilizzano un mezzo di scambio comunitario non convertibile in valuta ufficiale sono potenzialmente esenti dall’obbligo di applicazione dell’IVA. In tutti i casi in cui l’IVA è applicabile deve essere pagata in valuta ufficiale.

Per quanto riguarda la normativa fiscale per le aziende, in termini generici, possiamo dire che tutta l’attività che avviene attraverso mezzi di scambio comunitario convertibile in valuta ufficiale o mezzi di scambio comunitario non convertibili il cui valore è comunque agganciato alla valuta ufficiale dovrebbe essere riportato nella dichiarazione fiscale dell’azienda.

La situazione delle transazioni che avvengono con mezzi di scambio comunitario non convertibili, ma il cui valore è agganciato alla valuta ufficiale, è poco chiara e richiede ulteriori analisi.

L’impatto sulla tassazione dei redditi è molto variabile da paese a paese. In molti paesi i guadagni non professionali sono esentasse e i servizi professionali sono tassati indipendentemente dal tipo di pagamento accettato (valuta ufficiale, mezzo di scambio comunitario o altro).

Sistema previdenziale e occupazione

Quella parte di popolazione solitamente esclusa dal sistema economico dovrebbe essere prioritariamente coinvolta in un circuito di scambio sociale: persone affette da disabilità psicofisica, disoccupati, inoccupati, popolazione a basso reddito, vulnerabile ed esclusa.

Questa parte di popolazione riceve già un sostegno governativo, per tal motivo è necessario coinvolgere preventivamente le autorità governative.

Dato che si è notato un crescente numero di aziende che pagano gli individui in mezzi di scambio comunitario (specie se adotta la valuta ufficiale come sottostante), è necessario considerare anche l’impatto sui contratti di lavoro.

Regolamentazione finanziaria

Qualsiasi organizzazione che stampa fisicamente moneta, anche se legalmente riconosciuta come voucher, che emette unità monetarie elettroniche convertibili in valuta ufficiale, o implica l’offerta di servizi di pagamento necessiterà un esame dal punto di vista della regolamentazione dei servizi finanziari applicare ai circuiti di scambio ed un controllo di conformità da parte delle autorità competenti (banche centrali, autorità finanziarie nazionali ed internazionali).

Tutti i paesi hanno severe regolamentazioni riguardo all’emissione di moneta, dunque i gestori di un circuito di scambio devono assicurarsi di non contravvenire a tali regolamentazioni. In alcuni paesi, come in Germania, ci sono leggi specifiche che vietano categoricamente la stampa di qualsiasi cosa somigliante a ‘moneta’. In altri paesi ci  è permesso fintantoché agli utenti viene chiarito esplicitamente che tali mezzi di scambio non sono assolutamente equivalenti alla valuta ufficiale. Ad esempio è possibile ovviare al problema chiamando tali mezzi di scambio ‘voucher’, aggiungendo una data di scadenza o dando al mezzo di scambio un nome ed un aspetto completamente differenti dalla valuta ufficiale.

La Direttiva sui Servizi di Pagamento (Payment Services Directive – PSD) e la Direttiva sulla Moneta Elettronica (E-Money Directive – ED) sono le due direttive fondamentali della legislazione europea, sebbene purtroppo la loro applicazione varia molto da paese a paese. Alcuni paesi, come la Francia, hanno esplicitamente chiarito in che modo i sistemi di scambio comunitario possono adeguarsi alla legge, mentre altri paesi lasciano che sia la giurisprudenza a decidere caso per caso. In generale, comunque queste direttive non si applicano quando il mezzo di scambio non è convertibile in valuta ufficiale.

Ad esempio, la Francia ha interpretato a suo modo le direttive, stabilendo che i mezzi di scambio cartacei sono fuori dallo scopo della PSD, poiché non avviene alcun cambio negli acquisti e solo alle aziende è permesso convertire il mezzo di scambio con valuta ufficiale. Non è ancora chiaro se altri paesi seguiranno l’esempio francese.

La E-Money Directive è rilevante soprattutto per i circuiti di scambio comunitario di tipo elettronico. Ma anche in questo caso l’interpretazione e l’applicazione cambia considerevolmente da paese a paese. In Francia, ad esempio, il regolatore non considera i sistemi di scambio comunitario nello scopo di tale direttiva, poiché è stato stabilito che l’intento di tale direttiva era quello di regolare le carte di pagamento prepagate, laddove la moneta è depositata in un conto connesso a tale carta.

Per ottenere le necessarie licenze, gli organizzatori di un circuito di scambio comunitario potrebbero associarsi con un altra organizzazione che ha già ottenuto le autorizzazioni necessarie ad operare con un circuito di scambio. Ad esempio, il Bristol Pound collabora con la banca locale Credit Union che possiede già la necessaria licenza per i circuiti di E-Money.

Sebbene lo studio di tali direttive e della loro applicazione legislativa sia assai complesso,

entrambe prevedono un esenzione per i sistemi che possono dimostrare di operare solamente in un ‘circuito limitato’ in termini geografici ed in termini di beni e servizi scambiati. Anche in questo bisognerà comunque approfondire, paese per paese, interpretazione ed applicazione.

Assicurazione

L’assicurazione è necessaria è importante in due aree chiave: la prima è l’assicurazione relativa all’impatto del circuito di scambio sugli utenti e i volontari ingaggiati nella gestione del circuito; la seconda è l’assicurazione che l’amministrazione riserva contro i rischi maggiori.

In alcuni comuni, i cittadini ingaggiati come volontari sono coperti da una polizza assicurativa comunale (assicurazione per infortunio e inabilità).

Le aziende, le opere caritatevoli, le fondazioni ed altre entità (sia profit che no-profit) che provano ad introdurre un circuito di scambio avranno la necessità di considerare la questione della responsabilità legale dei membri dell’amministrazione in caso di bancarotta, default o altre eventualità.

Per le compagnie assicurative valutare i rischi di una partecipazione ad un circuito di scambio potrebbe non essere semplice, dunque è necessaria una complessa negoziazione per raggiungere un accordo appropriato sul costo effettivo della polizza assicurativa.

Protezione dei dati

La protezione dei dati è importante per la maggior parte dei servizi di rete. I gestori dei circuiti di scambio sono responsabili della formulazione e applicazione della regolamentazione sulla privacy per la protezione dei dati sensibili degli utenti.

Accettazione dei mezzi di scambio comunitario da parte degli enti pubblici

Fare in modo che gli enti pubblici accettino mezzi di scambio comunitario al posto della valuta ufficiale è sicuramente l’obbiettivo di molti sistemi di scambio comunitario.  L’accettazione da parte dei comuni dei mezzi di scambio per il pagamento dei servizi pubblici (es. polisportive pubbliche, teatri comunali, trasporti pubblici) e per il pagamento delle tasse (es. tassazione delle aziende, tassazione locale), consentirà a tali circuiti un utilizzo maggiore dandogli credibilità e valore.

Tuttavia, specie nell’Eurozona, stabilire certe possibilità di spesa è molto difficile, da una parte per l’avversione a rischio dei soggetti e dall’altra a causa degli ordinamenti normativi (locali, regionali, nazionali ed europei).

 

Aspetti legali e giuridici dei sistemi di scambio comunitario in Europa

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